Mai come quest’anno è stato significativo rendere onore alla memoria degli innocenti caduti nell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema.
Una ricorrenza da celebrare dopo 75 anni con rinnovato sgomento, con la convinzione che certe barbarie non debbano più ripetersi nella storia dell’umanità.
In questo piccolo paese, sperduto tra le Alpi Apuane, che abitualmente ospitava poco più di 300 anime, si erano rifugiate nell’estate del 1944 migliaia di persone.
Sant’Anna di Stazzema era stata infatti definita “area bianca” dalle truppe nazifasciste, ossia una località adatta a raccogliere gli sfollati in fuga dai bombardamenti e da un conflitto divenuto sempre più aspro.
Qui si è consumato uno degli eccidi più feroci della storia che ha portato alla morte di 560 persone, per la maggior parte donne e bambini. Vittime.
Vittime dell’odio. Di un odio scaturito da una guerra che sull’odio verso altre etnie ha fondato la sua ragion d’essere.
E proprio sentimenti come odio e paura sono da sempre il propellente di ogni guerra. E “guerra” non è un vuoto sostantivo. Quello che fa la guerra lo si poteva leggere negli occhi delle persone che hanno preso parte alla commemorazione della strage di Sant’Anna, nelle parole di condanna espresse da importanti figure istituzionali del nostro Paese, nel surreale clima di silenzio che ha accompagnato il corteo dalla Chiesa fino all’Ossario.
Ma in questo piccolo borgo dell’Alta Versilia in una cerimonia che ha toccato corde di sentimenti come dolore, sgomento e preoccupazione, c’era anche la colorata speranza rappresentata dal Tappeto del Mondo. Un’opera bellissima fatta di migliaia di pezze di stoffa provenienti da ogni parte del Pianeta e lunga oltre un chilometro. Un tappeto variopinto per cancellare il nero dell’odio e della paura. Un tappeto, realizzato in parte anche dalle donne della Sartoria della Solidarietà, per dipingere una società differente in cui i sentimenti più nobili di ognuno di noi abbiano il sopravvento sull’indifferenza e sulla cattiveria. In cui una vita, ogni vita ha un valore inestimabile.
A Sant’Anna il 12 Agosto 1944 per mano di altri esseri umani 560 persone hanno perso la loro vita. E’ nostro dovere ricordarlo.